27.6.07

Rural trek: Zavattarello - Valverde

Dopo questo, quello e quell'altro, ecco il quarto post sulla bella gita solitaria nell'Oltrepò Pavese.

Partenza: centro di Zavattarello (PV)
Arrivo: centro di Valverde (PV)

Quota partenza (m): 550
Quota arrivo (m): 567
Dislivello (m): 300 (ho tagliato nei campi, in linea retta, insomma si scende a valle e si risale)
Lunghezza percorso andata e ritorno (km): 7
Difficoltà: T
Condizioni meteo: poco nuvoloso, 24-26 °C, umidità fuori dal normale
Tempo occorso andata e ritorno: 2 h

Incontri lungo il sentiero: varie case abbandonate nei dintorni di Zavattarello, case mangiate dal bosco (foto in alto); due veri macilenti cani randagi che risalivano la strada provinciale a Valverde; a tal proposito, una barista del paese mi ha detto che questa parte dell'appennino è piena di selvaggina e raggruppa moltissimi cani randagi che si raggruppano qui dalle pianure. Mica scemi i cani milanesi abbandonati in autostrada prima delle vacanze: si son fatti 'sti 90 km a quattro zampe per mangiare caprioli al posto di rifiuti.

Note: la prima parte del percorso passa nel fitto bosco del "percorso vita" attorno al castello di Zavattarello (foto sotto); attenzione: il sentiero è abbandonato, si trovano tronchi che sbarrano la strada in modo sinistro...

Descrizione: aggirato a Nord il castello "Dal Verme" di Zavattarello, proseguo a vista e a naso (niente mappe, niente bussola) verso Valverde, un paesino di 350 anime esattamente ad Ovest rispetto alla partenza. Il sole della sera, e i cerchi di qualche tronco tagliato, mi indicano certamente i punti cardinali e, oltrepassato il fiumicello a valle, attraverso piccole radure e campi di grano piacevolmente infestati di papaveri (foto sotto), poco prima della risalita a Valverde.
Ancora un poco di strada e si arriva nel bel paesino esposto ad Est, attorniato da campi a maggese e grano e tutto intorno circondato da piccoli boschi, alcuni decisamente fitti ed impraticabili.
L'ultima immagine è scattata verso il percorso fatto, in lontananza di vede Zavattarello con il "cucuzzolo" presidiato dal castello.

Tante ortiche, tante mosche, insetti ed umidità; poi bisogna pure tornare indietro.
Sarò calato almeno di un kilo e mezzo. Di certo ho bevuto 2 litri d'acqua e li ho subito sudati...

25.6.07

Morso di vipera

Ieri mattina, mentre salivo in solitaria il Monte Stivo (di cui presto leggerete il resoconto), alle h. 8,00 in punto ho ricevuto un bel morso di vipera. E' la mia prima volta e questo fatto, a 28 anni, è da reputarsi un buon traguardo.
Fortunatamente il pantalone lungo e il fatto che stessi camminando piuttosto in fretta hanno impedito che la signora vipera (che non ho visto a causa dell'erba un poco alta) addentasse per bene il polpaccio.
Risultato: un cosiddetto "morso secco" che però subito e per 20 minuti mi ha fatto molto male. Con una recrudescenza di bruciore e gonfiore dopo circa 8 ore.

Il morso non mi ha impedito di continuare la salita, raggiungere la bella vetta, mangiare, passeggiare nella radura della cima Stivo e poi ridiscendere in tutta gioia.

Consultato un farmacista al ritorno in serata, mi ha rassicurato e detto che non era necessario andare al pronto soccorso; infatti stamattina rimaneva visibile solo uno dei due forellini e nessun dolore, nessun gonfiore.

PS: il morso non sarebbe avvenuto se non fossi passato per un lungo tratto fuori-sentiero; a volte le svolte ed i tratti (anche i più semplici) non vengono segnati con evidenza. Ho dovuto fare perciò un giro attorno ad una malga (Malga Stivo) per ritrovare la traccia del sentiero. Col risultato di attraversare una vasta siepe di varie piante e prato, con fondo sassoso, abitata momentaneamente da una vipera nervosa.

23.6.07

Trek eat: Varzi

Durante il soggiorno (escursione 1 e 2, ed una terza in arrivo, ancora da descrivere) nell'Oltrepò Pavese e l'Appennino Piacentino ho avuto la fortuna di trovare un ottimo posto in cui mangiare piatti particolari e spendendo poco. Beh, ho anche mangiato poco, per via del contingentamento del budget per questa gitarella solitaria nell'appennino, ma quel poco è stato ottimo e seguito da una breve ma simpatica e cordiale chiacchierata con il gestore, di cui non so il nome, ma che è stato molto gentile.
Da segnalare la quiche lorraine al formaggio e fagiolini e poi un'altra cosa tipo vol au vent con la pasta fatta con i cracker rammolliti se non sbaglio.

Il posto si chiama "Caffè del centro", si trova in via di Dentro al numero 9, a Varzi (PV). Consigliata la prenotazione al 349 6733617.

Ulteriori garanzie sul locale?
Ad esempio il fatto che i due gestori, marito e moglie, sono scappati dal lavoro impiegatizio a Milano qualche anno fa per curare questa trattoria e inventarsi una nuova cucina ma in accordo con le tradizioni locali.

PS: in foto il famoso salame di Varzi.

21.6.07

Monte Penice (1460 m)

Sabato 9 giugno 2007. Ore 9,30. In solitaria.


Sentiero n.: dovrebbe essere la parte finale di questo
Partenza: Passo del Penice (Bobbio, PC)
Arrivo: Monte Penice (vetta, santuario)

Quota partenza (m): 1100
Quota vetta (m): 1460
Dislivello (m): 360
Lunghezza percorso (km): 3,7
Difficoltà: T
Esposizione: Ovest
Condizioni meteo: poco nuvoloso, piovuto molto nella notte precedente, 14-17°C
Tempo occorso: salita 1h15', discesa 30'
Vertigine media: 3/10

Incontri lungo il sentiero: qualche ciclista folle che saliva la breve ma ripida lingua d'asfalto verso il santuario.
Note: il sentiero incrocia due o tre stazioni radar (militari) e un grande ripetitore di segnale della RAI (in foto, visto dall'alto del Penice). Non bello esteticamente, ma se siete degli ingegneri vi renderà felici vedere questi prodigi della tecnica. Anche un terrorista potrebbe provare forte interesse per il luogo: l'antennone RAI è infatti il ripetitore televisivo con più bacino d'utenza in Europa (l'intera provincia di Milano, Pavia e Varese sarebbero quasi del tutto isolate dal segnale televisivo in caso di spegnimento di questa antenna...).

Descrizione: sentiero semplice che interseca varie volte una stradina asfaltata che porta al Santuario in vetta. Si consiglia di partire presto per evitare gli insetti e l'afa letale. Io purtroppo sono partito tardi perchè ho scelto di salire il Penice dopo aver dovuto "abortire" la salita al vicino Monte Lesima.

15.6.07

Val di Fassa, allenamento

Per la fine di giugno, visto il ritorno ad una stabilità "estiva" del meteo, credo sarò qui.

Conto di percorrere i seguenti sentieri:
- il sentiero 602 (Alba - Contrin);
- il 647 (Canazei - Rif. Lupo Bianco);
- il 530 (Gries - Col Rodella).

[in foto, il Sassolungo]

13.6.07

Monte Lèsima (1724 m)

Sabato 9 giugno 2007. Ore 7,30 del mattino. In solitaria.

Dopo 10 minuti, salita interrotta per presenza di decine di cani da caccia (al cinghiale) in addestramento. Il versante esposto ad Est è infatti una "zona cinofila permanente"... Ho avuto un poco di paura: essere accerchiato da segugi e bracchi non è piacevole, visto soprattutto che ero solo. Non sapendo quanti ancora ne avrei incontrati, ho preferito desistere.

Il monte è noto per essere stato scalato dal mitico Annibale, il valoroso condottiero cartaginese lo usò come punto di vedetta sulle battaglie a valle (contro i Romani, ovviamente); inoltre il Lesima è la cima più alta dell'Oltrepo Pavese (e dell'Appennino Lombardo, che esiste ed è molto molto piacevole e tranquillo, a solo 1h da Milano, sperando che i milanesi non lo scoprano mai).

Nota: l'Appennino, dicono alcuni, inizia proprio dalla cima del Lesima e dalle sottostanti Valli Boreca e Stàffora.

11.6.07

Monte Pirchiriano (936 m)

[Alcune foto della gita sono qui.]
Sentiero n.: 503
Partenza: Chiusa di San Michele (To)
Arrivo: Sacra di San Michele (alias Monte Pirchiriano)
Sale con me: 1 persona
Effettuato: domenica, 3 giugno 2007

Quota partenza (m): 365
Quota vetta (m): 935
Dislivello complessivo (m.): 570
Difficoltà: T (ma ci vuole allenamento)
Esposizione: Ovest, Nord
Condizioni meteo: poco nuvoloso, piovuto molto qualche ora prima, 14-16°C

Tempo occorso: salita 1h20', discesa 1h

Vertigine media: 4/10
Incontri lungo il sentiero: coppia di anziani atleti che discendeva, uno ci scivola davanti e ci preannuncia quanto sarà difficile domare queste pietre umidissime e questi torrenti improvvisati che tagliano il sentiero qua e là. Poco dopo, incontriamo una gradevole e simpaticissima salamandra. Arrivati alla Sacra, incontriamo una comitiva di 50 anziani credenti ed obesi (in foto a lato, un vecchio innocuo) che urlano in dialetto piemontese e gettano rifiuti ovunque. Ho sgridato un vecchiaccio che ha gettato la sua sigaretta spenta nel prato antistante alla maestosa Sacra di San Michele, davanti ai nipotini urlanti. Bell'insegnamento, brava gente... Che siate maledetti!
Tra preti pedofili e anziani irrispettosi fedeli distruttori della natura, vorrei dichiarare ancora una volta che chi crede in questa vecchia ed inutile religione è sempre di più assimilabile ad un pericoloso asociale e criminale.

Note: andata e ritorno di questo bel sentiero si svolgono in 3 ore. Ottimo per allenamenti. Dalla Sacra partono poi altri sentieri e volendo, via crinali e muniti di tenda e provviste, si raggiunge Sestriere in 2/3 giorni.

Descrizione: un paio di tratti molto ripidi, ma mai esposti e senza strapiombi. Sentiero semplice anche se l'ascesa è netta e continua. Gradevolissimo il panorama verso Est: nelle belle giornate si vede a sinistra il Monte Musinè (foto da Nord), al centro l'intera piana di Torino e tutto attorno i suoi colli, compreso Superga con Basilica. Dall'altro lato, basta girare la testa e dirigersi ad Ovest, si vede gran parte della Val di Susa fino al Moncenisio ed oltre.
In alternativa, si sale in mountain bike alla Sacra e si percorre il sentiero in discesa, tecnico e divertente, anche se sempre col freno tirato. Non salite sabato e domenica per non imbattervi nei malefici fedeli e gli altri turisti religiosi obesi e urlanti che salgono dalle fetide città ad inquinare dappertutto e mancare di rispetto al luogo.

7.6.07

Urban Trek: Torino

Sentiero: pianeggiante urbano, ecco l'itinerario percorso
Partenza: via Frejus incrocio corso Lecce
Arrivo: Piazza Castello
Distanza (km): 5
Sale con me: nessuno, tento la camminata in solitaria
Effettuato: sabato, 2 giugno 2007

Difficoltà: T
Condizioni meteo: temporale (foto generica a lato), temperatura 13-15°C

Tempo occorso: 55' (solo andata)
Incontri lungo il percorso: decine di persone, autobus, automobili, qualche poliziotto e vari manifestanti in bicicletta. Ovviamente: tantissimi passeri e qualche piccione.
Ad un certo punto però ecco un incontro drammatico: una giovane turista americana ha avuto un collasso nei pressi della Stazione Porta Nuova, stava seduta sul suo stesso vomito (quando si perdono i sensi, può capitare... O magari aveva mangiato troppa bagna cauda a pranzo?). Accanto alla scena: un'altra giovine americana piangeva mentre i soccorritori del 118 prendevano a schiaffi la sfortunata vomitante.

Note: percorso di allenamento sotto il temporale, un percorso urbano può essere molto stancante, soprattutto se si va quasi di corsa come ho fatto io, grazie alle mie formidabili scarpe.

Descrizione: partito in solitaria con l'intento di tornare (10 km in totale), poi rimasto a cena con fantastica donna nel centro di Torino (con la scusa della fortissima pioggia) e per il prolungarsi del temporale... Ritornati in via Frejus per un tratto a piedi e un altro in autobus. Niente di particolare da annotare, se non che è meglio fare questo percorso alla domenica mattina: si evita di respirare lo smog, di sentire la miriade di clacson e magari non si perde tempo ad attraversare le strade intasate di auto...

6.6.07

Monte Pastello (1122 m)

Sentiero n.: 12
Partenza: Forte Masua (località Molane, VR)
Arrivo: cima Monte Pastello
Sale con me: 1 persona
Effettuato: fine maggio, giorno feriale

Quota partenza (m): 800
Quota vetta (m): 1122
Dislivello complessivo (m.): 312
Difficoltà: T (richiede minimo allenamento)
Esposizione: Est
Condizioni meteo: pioggia leggera, vento medio, temperatura tra 7°C e 10°C
Punto di appoggio: crocefisso cima nord 1103 m

Tempo occorso: 1h salita, 1h45' discesa (varie pause causa ottime fragoline di bosco, da non confondersi con le tristi false fragole rivolte ingannevolmente verso l'altro che io e fidanzata abbiamo trovato pochi giorni fa...)
Vertigine media: 2/10 (6/10 sulla cima con strapiombo di 700m sulla Val d'Adige!)
Incontri lungo il sentiero: un signore di 70 anni che parlava un incomprensibile dialetto locale del '700, cavalli (e mucche) al pascolo, kilogrammi di merda e piscio di cavallo (e di mucca) nei prati dei pascoli, fragoline di bosco mature al punto giusto per essere divorate

Nota: nemmeno una fragolina di bosco è rimasta lungo il sentiero

Descrizione: prima di tutto, ci fermiamo e da Monte (VR) percorriamo qualche centinaio di metri fino al Forte Monte (foto a lato) lungo il sentiero 14. Entriamo abusivamente (come i giovani che hanno scritto sui muri "parroco, se ti prendiamo ti ammazziamo" o "ultras hellas verona" o "dux mea lux"); poi torniamo al paese, risaliamo in auto e, oltrepassato l'ameno borgo Cavalo, arriviamo al Forte Masua.
Qui scopriamo che qualcuno l'ha recintato e l'ha fatto diventare una sorta di parco giochi per i suoi figli e per i suoi gatti. Bene. Sarebbe bello segnalare sul sito web che il forte non è visitabile e nemmeno avvicinabile.
Da lì partiamo per il vicino Monte Pastello, salita non troppo ripida dal versante Est, lungo un sentiero ben segnato. Arriviamo sotto la pioggia (e la temperatura scesa a 7/8°C) e ci accoglie la visione del complesso del maestoso Monte Baldo (foto in alto), avvolto da nubi ed innevato nella notte. Dalla cima il Pastello e le sue tre cime ci regalano lo strapiombo sull'abitato di Dolcé e sulla Val d'Adige attraversata dall'Autostrada A22.
Constatato che il Monte Pastello è soprattutto un ricettacolo di antenne radio potentissime, ci dirigiamo sulla cima più a Nord, densa di cacchine verdi di animali montani (probabilmente caprioli) e pregiata da fiori delicati e alberelli ritorti dal vento. Qui pasteggiamo e ci dirigiamo verso la "croce di vetta", un crocefisso nuovo in ferro (una pacchia per i lampi) dove incontriamo un contadino che sale con jeans e maglia del pigiama praticamente (notare che piove, tira vento dal canalone della Val d'Adige e non è affatto caldo). Torniamo a valle dopo aver divorato ogni fragolina lungo il sentiero, deducendo che dalla maturazione del pregiato frutto di bosco siamo i primi a percorrere il sentiero 12...

4.6.07

Monte Baldo: Punta Telegrafo (2200 m)

Sentiero n.: 657 (interseca il sentiero dell'Orto Botanico)
Partenza: bivio Novezzina (Ferrara di Monte Baldo, VR)
Arrivo: Punta Telegrafo (foto sotto, vista da Sud-Ovest)
Sale con me: 1 persona

Quota partenza (m): 1255
Quota vetta (m): 2200
Dislivello complessivo (m.): 945
Difficoltà: E (molto ripido e richiede un certo allenamento anche per sbalzo temperatura)
Esposizione: Est
Punto di appoggio: (non raggiunto) rifugio Telegrafo "G. Barana" (m 2147)

Tempo occorso: salita interrotta per maltempo dopo 30'.
Vertigine media: 5/10
Incontri lungo il sentiero: 1 uomo, 50 anni, scendeva allegramente; alcune taccole; tante mosche e alcuni coleotteri ed imenotteri locali (qui una completa tabella entomologica dei Monti Lessini e del Monte Baldo, e qui una foto del "coleottero del legno marcio del Baldo").

Nota: questa è la prima salita, recensita, di questo mini Reinhold Messner che sarei io. Ho fatto svariate altre semplici salite, fino ai 12 anni, ma non le considero per ora (Passo Sella, Altipiano di Folgaria, etc). E le citerò esclusivamente se e quando saranno ripercorse.

Descrizione: il sentiero fa parte del "giro naturalistico" dell'Orto Botanico. Grande la scelta di salire da queste parti tra la metà di maggio e i primi di giugno. Ovvero: su questo versante del Baldo fioriscono in tale periodo svariate tipologie di piante rare, se non uniche (la "vedovella celeste", ad esempio, è un fiorellino di una tenacia e di una bellezza paragonabili soltanto al profumo lieve, bello e deciso che può annusare solo chi si getta ai piedi di questo fiore d'altitudine). L'inizio del sentiero è piuttosto ripido, così come ripido appare il pendio al di sopra del sentiero. Dopo una ventina di minuti si dirada la vegetazione, ma qui ci siamo dovuti fermare per l'arrivo di un temporale e l'inizio della pioggia. E siamo ri-discesi.
Durante l'estate conto di replicare e, stavolta, di farcela.

Si comincia

In montagna, sulla montagna (ma anche sul camminare in piano). Così potrebbe definirsi questo blog di cui nessuno sentiva la mancanza, se non io stesso.
"Trek it" funzionerà proprio come un diario. Voglio fare pace con la montagna, voglio conoscere la montagna. Voglio conoscermi. Voglio raggiungere piccole cime, piccole vette, piccoli e grandi cammini e rendere pubblico questo cammino di vita laicamente religiosissimo. A volte le raggiungerò solo, più spesso in compagnia di altri. Vediamo.